Sequestro depuratore di Costa. UNIC: sconcerto e preoccupazione per le nostre concerie
Un nuovo intervento congiunto della procura di Avellino e Nocera Inferiore di sequestro giudiziario con facoltà d’uso a carico, questa volta, del depuratore di Mercato S. Severino, acuisce l’emergenza ambientale in cui versa il sistema depurativo Alto Sarno, iniziata nell’aprile dello scorso anno con il sequestro del depuratore consortile di Solofra.
Le motivazioni che hanno generato questo nuovo provvedimento delle procure sono le stesse che indussero gli inquirenti a mettere sotto inchiesta il depuratore di Solofra, la cui proprietà, come è noto, è della Regione Campania: inottemperanza alle prescrizioni contenute nei permessi operativi, finalizzate al contenimento delle emissioni diffuse, potenzialmente moleste.
UNIC esprime con rinnovata forza profonda preoccupazione e sconcerto per una vicenda che ha ormai assunto dimensioni tali da non poter essere più gestita secondo le procedure previste in circostanze del genere.
L’associazione ritiene suo dovere denunciare il grave rischio a cui in questo momento risulta esposta una delle principali eccellenze del territorio, già colpita da una difficile situazione congiunturale. E’ davvero ormai improrogabile un deciso cambio di rotta nella gestione di questa emergenza, a partire proprio dagli enti pubblici che hanno la titolarità degli impianti in questione e da coloro che hanno specifici compiti istituzionali di verifica e controllo sul corretto funzionamento di questi impianti.
I conciatori solofrani sono pronti a fornire, nei limiti delle proprie competenze e prerogative, tutte le forme di collaborazione che possano risultare utili al superamento di questa incresciosa situazione gravemente compromissoria in termini reputazionali per il comparto, che si vede costretto a gestire i contraccolpi che la vicenda inevitabilmente provocherà. Il rischio è di pagare ingiustamente e senza appello le carenze e le inefficienze in capo ad altri soggetti, che hanno il preciso compito di tutelare, non solo la piena e regolare efficienza degli impianti, ma anche quello di salvaguardare tutto un fitto ed essenziale tessuto economico-sociale a monte, che di quegli impianti si serve a costi non certo irrilevanti.
UNIC ritiene che tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali, le associazioni imprenditoriali presenti sul territorio, le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le organizzazioni sociali e culturali debbano unire gli sforzi nella ricerca di una rapida, efficace e definitiva uscita da questa fase critica per continuare ad immaginare un futuro con prospettive di crescita e benessere per una intera comunità. La pelle “made in Solofra” deve continuare a rappresentare un vanto riconosciuto e apprezzato dai più importanti player internazionali della moda.