Scaricava nella Solofrana, beccato industriale
Ancora controlli contro gli inquinatori e contro gli sversamenti abusivi nel torrente Solofrana. Nel primo pomeriggio di martedì 10 gennaio è stata notata una “attività anomala” all’altezza del condotto dl 03. Dal canale dal quale dovrebbe venire fuori solo acqua di prima pioggia proveniente dai piazzali delle aziende conciarie sgorgava invece acqua rossa.Si è attivata la task force promossa dal comune di Solofra contro gli scarichi conciari. Il Codiso spa, la municipalizzata che gestisce la rete fognaria sul territorio comunale, ha fatto intervenire una propria ditta. Allertata anche la Polizia municipale. Si è risaliti fino ad una azienda conciaria. La polizia municipale, non senza qualche difficoltà, ha avuto accesso all’azienda. Intervenuta anche una pattuglia dei carabinieri. Allertata anche la Cogei, la società che per conto della Regione Campania gestisce l’impianto di depurazione. Questa azione segue di qualche giorno un’altra attività di controllo che a fine dicembre del 2016 si incentro nell’area alle spalle del cimitero comunale alla frazione S. Agata irpina. Era il 30 dicembre del 2016. Avvistato lo scarico si intervenne con escavatori. Gli uomini della polizia municipale della cittadina conciaria, del Codiso e del comune si attivarono per andare fino in fondo alla vicenda.Armati di ruspe e pale scavarono lungo le tubature per individuare da dove provenisse lo scarico. Un lavoro non semplice che anche in quel caso ha dato i suoi frutti. L’azienda individuata è stata fatto provvedimento da parte dell’Autorità giudiziaria. La task force attivata dal comune di Solofra è al lavoro tra l’altro con lo scopo di ricostruire tutta la mappa della rete fognante e quella delle acque bianche. Un lavoro necessario per capire dove e come gli imprenditori disonesti hanno allacciato con i by-pass gli scarichi reflui della lavorazione industriale alla rete per il deflusso delle acque di piazzale. Questo tipo di acque, infatti, per legge possono essere scaricate direttamente in quanto non vengono considerate inquinanti nè refluo. Chi viene pizzicato a scaricare abusivamente rischia grosso: denuncia all’autorità giudiziaria e sequestro del complesso industriale.