Castel San Giorgio. Nella chiesa della congrega la presentazione dell’opera “Dell’Immacolato tuo ventre -o Maria”
In vista della sentitissima ricorrenza dell’Immacolata Concezione, l’omonima congregazione (arciconfraternita o congrega) di Castel S. Giorgio promuove – domenica 26 novembre, ore 19.30 – un evento di riflessione e di preparazione ai festeggiamenti in onore a Maria: nella chiesa della congrega, infatti, si terrà “Dell’immacolato tuo ventre – o Maria”. Si tratta di un’opera a cura dell’artista Alfonso Vitale, nato a Cava de’ Tirreni il 20 novembre 1950. Diplomatosi al liceo artistico di Salerno, ha frequentato l’accademia di Belle Arti a Napoli. Ha insegnato al liceo artistico salernitano, quale docente di discipline pittoriche. Presente nel panorama autoriale locale e nazionale dal 1974, dopo gli inizi nell’ampia sfera tematica del concettuale approda all’astratto concretismo di figure eteree ed ansanti. Un curriculum di tutto rispetto, quello del pittore cavese. Dal 1974 in poi, numerosissime le retrospettive e/o collettive cui ha preso parte; notevoli esperienze e anche partecipazioni a contest artistici di alto livello ne coronano la carriera e la visione del mondo – attraverso i suoi occhi. L’ultima mostra risale al 2009, con “L’arte del colore in cucina”. Numerosi coloro che hanno scritto su di lui (Lisi, Malandrino, Calvanese, Tafuri, Scontrino…); tra i quotidiani e/o rivistesui quali il suo nome è apparso, ricordiamo “La città”, “Il mattino”, “Il pungolo”, “Avvenire”, “Arte”, “Il giornale di Napoli” e molte altre testate. Nel corso della presentazione dell’opera – un manufatto consistente in due grandi tele, una vicina all’altra – interverranno, per un commento e per illustrare il tutto: il parroco don Gianluca Cipolletta; il poeta Antonio Donadio; la coordinatrice Viviana Vitale. Presente, naturalmente, l’autore. Tra gli organizzatori, il priore Gennaro Cibelli e tutti i membri della fraternità. Interverrà anche l’artista (scultore) nonché accolito Vincenzo Avagliano – che si è occupato dell’allestimento.
La scheda dell’opera, rappresentante il magma terrestre come crogiuolo della nascita (all’interno del ventre della Madonna), è stata curata da Antonio Donadio. Che parla di una “translitterazione di un mistero che travalica il dato acquisito nell’accettazione di una verità di fede”. Di un “qualcosa” che travalica (ancora e sempre…) la razionalità stessa dell’essere umano, così fragile e così vulnerabile. Imperfetto. Come un bimbo tra le braccia dell’Immacolata Concezione. Un corpo inerme (sia quello del Bambino Gesù che della madre), che però dona la grazia…
I colori delle tele sono vere e proprie “forze cromatiche” (così la descrizione di Donadio): il rosso, il giallo lucente… Che nulla però tolgono alla purezza di Maria. Una ricerca artistica pressoché incessante, quella di Vitale: anzi, di Vitale ed Avagliano – amici e sodali pur nelle differenze di espressione che li caratterizzano, nelle diverse tendenze. Delle figurazioni plastiche innovative, il segno grafico etereo o che descrive la materia informe; questo scaturisce – oggi, dopo appunto la ricerca del bello da parte dei due colleghi – dalla vis catartica che caratterizza il sogno e le sue mete; tutto focalizzato – stavolta – su di un’umile fanciulla; una vergine come tante, ma destinata ad accogliere in sé stessa (nel profondo delle viscere) il Verbo di Dio fattosi uomo. E venuto, nella sofferenza, per redimere attraverso il dolore (anche… artistico) coloro che – pur chiamati “uomini” (dal latino “homo”, come “humus” e “humilis” – basso come la terra) – di umano sembrano non aver più nulla. In particolare ai nostri giorni, densi e forieri di guerre e povertà.
Il grido che emerge dalle due tele accostate – per l’avvenimento, a preludio di ciò che accadrà l’8 dicembre – vuole ancora comunicarci di cambiare rotta, per ritrovarci uniti e non dissimili – fratelli salvati da Cristo e dalla sua dolce madre.
ANNA MARIA NOIA