L’industriale e vice sindaco Gaetano De Maio “Questa volta possiamo stare tranquilli, non si è trattato di uno scarico di concia ma sapone che spero abbia lavato le pietre nel Solofrana”
Il vice-sindaco De Maio nell’intervista rilasciata a tutto campo alla nostra web tv è intervenuto anche sulla questione inquinamento Solofrana essendo lui uno dei più importanti industriali proprio nella concia delle pelli che nella sua conceria la “Derma” da lavoro a più di 60 operai molti provenienti proprio dal montorese. “Tutti devono essere sentinelle sempre vigili e compatte. Riguardo la questione del depuratore, il consorzio dei conciatori ha effettuato una richiesta alla Regione per avere l’affidamento dell’impianto ed anche una supervisione sullo stesso, se non possiamo avere la gestione del depuratore, vogliamo un controllo più accurato su ciò che noi scarichiamo”. In merito agli scarichi di questi giorni de Maio ha affermato, “è inutile scambiarsi colpe tra montoresi e solofrani, il problema esiste e bisogna arrivare alla radice del problema per risolverlo”. In riguardo allo scarico verificatosi il 20 agosto quando il fiume si è riempito di schiuma bianca, che attraverso video sul web ha indignato tutti i cittadini il vice sindaco, “non si tratta di scarichi industriali, bensì della rottura di una cisterna di una azienda ormai in disuso, sicuramente resta pur sempre una sostanza chimica”. De Maio nel suo intervento ha elogiato l’operato dei carabinieri con a capo il luogotenente Giuseppe Friscuolo per l’impegno che ogni volta, insieme ai suoi uomini, mettono nel perseguire chi si macchia di questo terribile reato.
Il vice sindaco De Maio in una battuta nella nostra intervista ha voluto sdrammatizzare l’allarmismo dei tanti ambientalisti accorsi sulle sponde del fiume con una provocazione “questa volta trattandosi di sapone lo scarico ha lavato le pietre della Solofrana”. Questa sua provocazione è stata ripresa da più organi di stampa e qualcuno ha voluto sottolineare la sua infelice uscita ricoprendo una carica pubblica.
L’industriale De Maio ha spiegato il perchè alcune concerie hanno il depuratore all’interno dell’azienda e sono autorizzati a scaricare le acque nel torrente dopo averle trattate in proprio. “Negli anni ’70 il depuratore non poteva ricevere tutti gli scarichi delle concerie e l’allora sindaco De Chiara chiese alle aziendi più grandi di dotarsi di depuratori interni per aiutare quello centrale. Ora a distanza di molti anni potremmo anche farnarli e mandare tutto a via Carpisano, ma gli impianti ci sono e anche se ci costano di più, trattiamo ancora il 50% delle acque di lavorazione, il resto lo inviamo al Codiso”.
In conclusione De Maio spera in una più stretta collaborazione tra gli imprenditori per poter tutti insieme riprendere in mano quella che è la gestione sia della depurazione sia per importanti decisioni sul nucleo industriale ancora appartenente all’Asi.
Gianni Gaeta