Montoro, truffa degli assegni, 56 a giudizio
Era una scuola privata di Montoro (ex Montoro Inferiore), secondo gli inquirenti, la base dell’organizzazione della truffa degli assegni. Per 56 indagati si andrà al processo. Secondo l’accusa Giuseppe Teodosio, uno degli indagati, metteva a disposizione del gruppo l’istituto a Montoro. Qui i componenti del sodalizio si sarebbero incontrati per effettuare la consegna degli assegni contraffatti. In 56 dovranno, dunque, affrontare il processo. Le accuse, a vario titolo, per associazione a delinquere, riciclaggio e falso. A guidarla ci sarebbe stato il napoletano Giuseppe Lampitelli, che si procurava gli assegni rubati e ne modificava i destinatari inserendo i nomi dei complici e poi ci sono una serie di figure intermedie. La maxi truffa, tra il 2010 e il 2011, ai danni di otto compagnie di assicurazione e tredici istituti di credito, oltre ai reali beneficiari dei pagamenti. L’inchiesta arriva dalla Procura di Avellino. Tra Salernitano e Irpinia a fare da collettori ci sarebbero stati Alfredo Barletta nella zona di Campagna e la salernitana Silvana Salvati a Mercato San Severino, insieme a Gaetano Alfano e Clemente Carpentieri che operavano tra Serino e Montoro. Di Montoro è anche Mary Mazzei, che secondo gli inquirenti si avvaleva di Luigi Galdi, impiegato all’ufficio postale di Carifi a Mercato San Severino. A processo anche Natascia Viviani, Rosa Longo e Donato Costantino di Campagna; i salernitani Alfonso Rago, Cristian Cafaro di Pellezzano, Pasquale Russo di Montoro Superiore, Massimo Senatore di Fisciano, Vincenzo Senatore di Pontecagnano; e a Mercato San Severino Nicola Botta, Rocco Pierri di Salerno, Sergio Rainone, Andrea e Natale Iannone di Nocera, Marco Schiavone di Salerno, Benedetto Esposito di Salerno, Sabatino e Pietro Imparato di Nocera Superiore; poi Gennaro Villari di Baronissi, i paganesi Pietro Grilletto, Maria De Gregorio e Ferdinando Pepe; e ancora, a Roccapiemonte, Nicola Fimiani, Silvio Pinto, Silvana Tamasco di Pagani
Re. Cro.