“Combattere la violenza contro le donne tutti i giorni. Non solo l’otto marzo”
“La violenza contro le donne la si combatte tutti i giorni e non solo l’otto marzo o il 25 novembre”. Così l’assessore regionale alle pari opportunità Chiara Marciani intervenuta questa mattina a Mercato San Severino per fare visita al Centro Antiviolenza Malala promosso dal Piano di Zona S6, per accogliere le donne vittime di violenza e abuso. Il 2016 è stato un anno nero sul fronte della violenza contro le donne. Quasi 200 le vittime nel 2016, una ogni tre giorni. Tra il 2000 – anno record con 199 donne uccise – e il 2016, secondo uno studio dell’Eures, le donne vittime di omicidio in Italia sono state oltre 2.800, un numero tale da connotare “un fenomeno di carattere sociale”. Nei primi dieci mesi del 2016 è il nord a confermarsi l’area geografica a più alto rischio di femminicidio, con ben 62 donne uccise (il 53,4% del totale), davanti al sud con 31 (26,7%) e al centro con 23 (19,8%). A livello regionale la Lombardia detiene il triste primato di regione con il più elevato numero di donne uccise (20 nei primi 10mesi del 2016, una ogni due settimane) davanti a Veneto (13), Campania (12, ma erano state 30 l’anno prima), Emilia Romagna (12), Toscana (11), Lazio (10) e Piemonte (10). Anche nel 2016 la famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale), si conferma principale contesto omicidiario, in linea con quanto rilevato da tutte le precedenti analisi. Secondo l’assessore Marciani la risposta da dare al fenomeno del femminicidio passa attraverso il potenziamento delle strutture di accoglienza e assistenza alle donne ma anche e soprattutto attraverso il sostegno alle donne che hanno il coraggio di riconoscere e di denunciare comportamenti violenti. A Mercato San Severino la Marciani ha messo l’accento anche sulla necessità di valorizzare il ruolo e soprattutto le competenze dei centri antiviolenza. E poi c’è la scuola che ha un ruolo centrale nella diffusione di un nuovo approccio culturale sulla violenza di genere, che coinvolga anche i ragazzi e gli uomini, per diffondere una maggiore cultura del rispetto, proponendo sia una riflessione sugli stereotipi di genere, sia stimolando l’interesse verso una corretta educazione all’affettività.