Omicidio Tornatore, dopo l’arresto di Vietri si cercano i complici
Pietro MontoneContrada. Continuano serrate le indagini dei carabinieri della compagnia di Avellino e della direzione distrettuale antimafia per chiudere il cerchio su mandanti ed esecutori del cruento omicidio di Michele Tornatore. Dopo l’arresto di Francesco Vietri, accusato di concorso in omicidio aggravato, distruzione di cadavere con l’aggravante del metodo mafioso, detenzione di armi, il riserbo degli inquirenti è ancora più totale segno che non si è lontani dall’accertare tutta la verità. Vietri, che è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia davanti al GIP del tribunale di Avellino Giovan Francesco Fiore, è accusato di aver tenuto nascosta nel deposito di Banzano la Nissan Micra presa in fitto da Tornatore. Qui l’auto sarebbe stata tenuta ferma per dieci ore, come emerso dall’esame del gps di cui la vettura era dotata. Si tratta di un lasso di tempo lunghissimo, in cui Michele Tornatore era già scomparso, forse perché infilato nel portabagagli per poi essere condotto nella discarica di Contrada in località Pastinate ove è stato bruciato insieme alla vettura. Non solo, nel deposito sottoposto a sequestro dai carabinieri della stazione di Montoro Superiore al comando del maresciallo Alfredo Costantini, su disposizione della Dda, nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del cadavere di Tornatore, sarebbero state trovate delle tracce ematiche. A quanto trapelato, il pregiudicato cinquantaquattrenne di Montoro, dopo il sequestro della sua proprietà situata a pochi metri dal cimitero, ha tentato anche di far perdere le sue tracce. Ma poi si sarebbe ravveduto. La famiglia Tornatore, sottoposta nei giorni scorsi a prelievi salivari per confrontare il dna con quello del cadavere, quale parte offesa è seguita dall’avvocato Pasqualino Del Guercio. Il legale ha curato le vicende giudiziarie di Michele Tornatore negli ultimi cinque anni. Martedì pomeriggio è stato eseguito l’esame autoptico sul cadavere devastato dal fuoco da parte del medico legale Carmen Sementa. Confermato il colpo di pistola alla nuca. Tornatore è stato briciato quando ormai era già morto. La salma, comunque, non sarà restituita a breve alla famiglia per i funerali. Passeranno almeno altre due settimane e questo perché se si devono effettuare altri esami, dato che il corpo è carbonizzato, consumato dal fuoco, è preferibile non dover riesumare la salma. Una procedura che, ovviamente, creerebbe altro dolore per la famiglia. Il movente, più plausibile, stando a quanto emerso fin qui nelle indagini condotte dagli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri di Avellino, sarebbe riconducibile a dissidi per debiti non pagati da Michele Tornatore. Debiti contratti nella sua attività di vendita di mezzi pesanti. Un commercio proprio per il quale era finito in carcere con l’accusa di truffa. Tornatore stava finendo di scontare la pena e per questo godeva del regime di semilibertà. Quando la sera non è rientrato in carcere si è capito subito che qualcosa di grave era accaduto visto che una fuga non aveva senso essendo ormai a fine pena. Dopo aver fermato Francesco Vietri, e ricostruiti i percorsi della Nissan Micra di Tornatore, alla quale era stato tolto il gps prima di darle fuoco, gli investigatori si sono concentrati sui killer che hanno premuto il grilletto e soprattutto cercano i reali mandanti di un episodio criminoso che non ha precedenti per efferatezza. Vietri, già conosciuto dalle forze dell’ordine per diversi reati, è ora posto sotto attenta sorveglianza. Gli inquirenti vogliono capire da lui quali sono stati i suoi spostamenti e quale è il suo ruolo effettivo in questo omicidio. E’ stato solo il basista o vi ha partecipato attivamente? La sua posizione resta comunque molto grave. Nel suo deposito prefabbricato potrebbe essere stato ucciso Michele Tornatore, o più semplicemente sarebbe servito come base per pianificare la cruenta azione di tipo camorristico messa in atto nei confronti del sessantaduenne meccanico di Contrada.