Solofra, scoperta conceria che usava acqua di un pozzo sequestrato per tetracloroetilene, denunciati imprenditore anche per ricettazione
Un imprenditore solofrano è stato denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Avellino alla Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo, perché ritenuto responsabile del reato di violazione di sigilli.
L’operazione è stata condotta nella Città Conciaria nell’ambito di un controllo ad ampio spettro disposto dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino, finalizzato alla tutela della salute del cittadino e della legalità nella sempre delicata materia ambientale.
Le indagini svolte dai Carabinieri della Stazione di Solofra agli ordini del luogotenente Giuseppe Friscuolo, corroborate dal continuo monitoraggio di tale deplorevole azione destinata inevitabilmente a compromettere l’ambiente e, di conseguenza, il benessere delle persone, permettevano di appurare che l’opificio utilizzava un impianto idrico sottoposto a sequestro nel 2014 (allorquando si constatava che l’acqua impiegata nel ciclo di lavorazione delle pelli, avente un valore di tetracloroetilene superiore ai limiti di legge, era stata emunta da pozzi e sversata nelle vasche di accumulo): per eludere i controlli era stato manomesso il contatore, continuando ad emungere acqua dalla falda inquinata, immettendola nel ciclo produttivo e sversandola illecitamente anche nel torrente Solofrana.
Nel corso del controllo, all’interno dello stabilimento sono stati rinvenuti 20 bancali contenenti pelli ovine e caprine prive di tracciabilità, ragion per cui scattava, sia a carico dell’imprenditore che di un socio, la denuncia alla medesima Autorità Giudiziaria anche per il reato di ricettazione.
Alla luce delle irregolarità riscontrate, i Carabinieri procedevano quindi al sequestro della citata rete di approvvigionamento idrico e delle circa 4mila pelli.