Mercato San Severino. Tragedia a Costa, Donna si butta dalla finestra della sua abitazione e muore sul colpo
Sembra proprio la “classica” tragedia, il dramma della depressione – quello inerente la tragica fine della 46enne Assunta Apicella, madre di due bambine di 9 e 11 anni e moglie di un operaio della comunità montana “Irno-Solofrana” (D. D. G.). Alle 9 del mattino di un grigio sabato marzolino (il 3 del mese, appena iniziato), Assunta ha deciso di porre termine alla sua esistenza, fin allora semplice e riservata: lo ha fatto gettandosi da una finestrella della casa dove condivideva gioie e dolori familiari con la sorella, fioraia presso il civico cimitero di Costa – frazione della tranquilla Mercato S. Severino – e col marito. La donna, affermano fonti rappresentate da conoscenti e amici (ancora increduli e scioccati per l’accaduto), ha attuato l’insano gesto approfittando dell’assenza (non della disattenzione!) della sorella – che si era recata ad aprire il container dove vendeva lumini, fiori e piante. Improvvisamente la caduta, cui pare abbia assistito la figlia maggiore; alcuni asseriscono che la abbia “solo” vista morente, agonizzante in terra. Riversa al suolo. L’abitazione, stando ai testimoni e ai conoscenti – Assunta era ben nota nella realtà di Costa – è sita 20 metri dopo il cimitero, sulla sinistra, in direzione Castel S. Giorgio. Tra via Cimitero e la statale che conduce – appunto – nell’altro comune. Alla base della decisione, può essere successo di tutto, ma l’ipotesi è comunque quella dei problemi psichici o familiari. C’è chi ha parlato di un tumore o di una malattia “importante”, scoperta di recente. Ma le reali motivazioni ancora non si conoscono appieno. I funerali si sono tenuti il giorno dopo – domenica 4 marzo – alle 16, nella chiesa dell’Annunziata. Ad officiare, don Gerardo Lepre. Non è il primo e purtroppo non sarà, sicuramente, l’ultimo caso di suicidio nel comprensorio di Mercato S. Severino: ancora riecheggia il disagio di una comunità o collettività attonita, per i fatti dello scorso dicembre – quando perirono (per mano di uno dei fratelli, depresso) i componenti della famiglia Papa-De Marco, in via Tommaso Sanseverino (capoluogo di S. Severino). Prima ancora, a settembre, in quella stessa strada si è lanciato dal balcone un anziano (70enne) – anch’egli depresso. E anch’egli “imitando” o “emulando” le… “gesta” (si fa per dire) di un fratello uccisosi con gli scarichi dell’auto. Insomma: il demone del disagio si è impossessato di S. Severino, colpendo “democraticamente” (se così possiamo affermare) e trasversalmente famiglie anche… “bene”, riservate, di professionisti. Colpa di questi tempi frenetici e della società odierna, frettolosa e indifferente. Che non perdona le tante, spesso, fragilità a livello individuale o di gruppo. Per adesso, il dolore e la commozione attanagliano il comprensorio. Dove molto, ancora, deve essere realizzato per capire i bisogni e le esigenze di ogni singolo cittadino. Dove urge un ripensamento delle politiche sociali – in senso lato e non politico o strumentale. Avvertendo lo sconforto psichico e/o morale di molti… Rimangono sconcerto e sgomento.
ANNA MARIA NOIA